Riduzione di attività neuronica cerebrale per esperienza sessuale

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 17 novembre 2018.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Il primo rapporto sessuale nei giovani produce effetti cerebrali e mentali, in passato analizzati dagli studiosi di psicologia e psicopatologia dell’adolescenza, ma mai indagati in chiave neurobiologica. La conoscenza ancora molto limitata delle basi cerebrali della sessualità umana, non consente di disporre di un preciso modello di attività dei sistemi neuronici che la mediano e, pertanto, non è possibile indagare l’esistenza di differenze funzionali innescate dall’esercizio attivo dei rapporti di accoppiamento. La possibilità di sapere come questo aspetto della funzione riproduttiva incida sulla stessa omeostasi sessuale e, più in generale, sulla neurofisiologia dei circuiti encefalici, richiede che si colmino delle lacune circa la mediazione dei processi più elementari di attivazione, con la sperimentazione animale. Infatti, le basi cerebrali del controllo di una funzione tanto importante per la sopravvivenza della specie quanto quella riproduttiva sono solo in parte definite, ma ancor meno si conosce dell’influenza dell’esperienza sessuale sull’attività dei neuroni di nuclei e aree cerebrali sessuali nei mammiferi.

In condizioni fisiologiche, le sensazioni associate con l’eccitazione sessuale e l’accoppiamento originano dai meccanorecettori di bassa soglia localizzati nei genitali e in piccola parte in altre aree dell’organismo. Per ciò che concerne le componenti centrali, gli studi di neuroimmagine funzionale e l’osservazione degli esiti di lesioni sperimentali indicano l’area preottica e l’ippocampo anteriore.

In molte specie di mammiferi la regione preottica dell’ipotalamo e una regione a connessione reciproca, ossia il nucleo del letto della stria terminale (BNST), svolgono ruoli importanti nel dimorfismo sessuale dell’accoppiamento. Nei roditori maschi e nelle scimmie, queste aree sono attivate durante il comportamento della copula; le lesioni chirurgiche che aboliscono la funzione della regione preottica o del BNST causano un deficit nel comportamento sessuale riproduttivo dei roditori maschi, e disinibiscono una recettività sessuale simile a quella delle femmine.

Sia l’area preottica che il BNST sono sessualmente dimorfici, con un numero di neuroni significativamente maggiore nei maschi rispetto alle femmine. Il nucleo sessualmente dimorfico dell’area preottica (SDN-POA) ugualmente contiene un numero di cellule nervose superiore nei maschi. Un picco perinatale di testosterone, specifico dei maschi, promuove la sopravvivenza dei neuroni dell’aggregato SDN-POA, mentre nelle femmine queste stesse cellule progressivamente muoiono all’inizio del periodo post-natale. Questo sviluppo è simile a quello dei nuclei sessualmente dimorfi del midollo spinale murino e del cervello degli uccelli, pertanto si ritiene che il controllo androgenico sia un meccanismo comune per la produzione di differenze sessuali nella dimensione delle popolazioni neuroniche.

Di recente è stato stabilito che l’area preottica mediale svolge un ruolo importante nella regolazione del comportamento sessuale dei maschi. La parte centrale dell’area preottica mediale è sessualmente dimorfica e contiene un nucleo con caratteri specifici per i maschi e per le femmine, caratterizzato da neuroni identificati in base all’espressione di calbindina-D28 K (CALB-SDN, da calbindin sexually dimorphic nucleus). Sebbene le funzioni della parte mediale dell’area preottica non siano ancora state definite univocamente, si sa che la sua distruzione chirurgica compromette la prestazione sessuale nei maschi che non abbiano ancora avuto esperienze di accoppiamento, ma non produce questo effetto deleterio in quelli già sessualmente esperti. Un tale rilievo supporta l’ipotesi che il segmento di mezzo dell’area preottica mediale vada incontro ad un cambiamento funzionale innescato dal coito. Yamaguchi e colleghi hanno allora progettato una sperimentazione per scoprire gli effetti dell’esperienza sessuale sull’attività delle cellule nervose che costituiscono l’area preottica mediale e l’aggregato sesso-specifico del CALB-SDN.

(Yamaguchi S., et al. Sexual experience reduces neuronal activity in the central part of the medial preoptic nucleus in male rats during sexual behavior. Neuroscience Letters 685: 155-159, 2018).

La provenienza degli autori è la seguente: Area of Regulatory Biology, Division of Life Science, Graduate School of Science and Engineering, Saitama University, Saitama (Giappone); Area of Life-NanoBio, Division of Strategy Research, Graduate School of Science and Engineering, Saitama University, Saitama (Giappone).

Lo studio ha preso le mosse dall’osservazione del comportamento sessuale di roditori maschi giovani inesperti, che non avevano mai avuto eiaculazioni, e da quella di altri maschi che avevano già eiaculato una sola volta. Dopo la loro attività sessuale, sono stati ottenuti dei campioni di tessuto cerebrale dall’area e dal nucleo studiati. Sui preparati di tessuto sono state realizzate analisi istochimiche basate sulla valutazione di c-Fos, un marker di attività neuronica. In tal modo, si è osservato che il numero di cellule nervose immunopositive, con o senza immunoreattività calbindina-D28 K, aumentava significativamente nella parte centrale dell’area preottica mediale e nel CALB-SDN dopo l’eiaculazione, sia nei maschi alla prima esperienza sia in quelli che già l’avevano avuta.

Il numero di tali neuroni, però, non si modificava in modo rilevante con l’esposizione a odori estrali delle femmine, alla prima monta e alla prima introduzione, prima e dopo la prima eiaculazione. Yamaguchi e colleghi hanno anche rilevato che il numero delle cellule c-Fos-immunopositive, ma calbindina-D28 K immunonegative nell’area preottica mediale, ma non nel CALB-SDN, era molto più piccolo nei maschi che avevano avuto esperienza sessuale rispetto a quelli che non l’avevano avuta.

I risultati di questo studio suggeriscono che una popolazione di neuroni della parte centrale dell’area preottica mediale, localizzata all’esterno del nucleo CALB-SDN e non esprimente calbindina-D28 K, è attivata durante il primo accoppiamento e poi silenziata, quando l’esperienza è stata acquisita, per il resto della vita.

Si tratta di un primo piccolo passo ma, anche se è evidente che la via da percorrere è ancora lunga, costituisce un significativo incoraggiamento per il prosieguo degli studi.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-17 novembre 2018

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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